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giovedì 20 novembre 2014

I ragazzi della terza G !




Passano i mesi, gli anni, spesso anche i decenni e un bel giorno accade. Una tua compagna prende l'iniziativa e decide che è ora di fare una cena di classe.  In ogni gruppo c'è sempre almeno un componente che ha questa vocazione. Quella folle voglia di rivedere mondi che la strada della vita aveva divaricato in mille biforcazioni. Quando te lo comunicano non sei molto entusiasta, per la verità. Subentra lo scetticismo, la diffidenza ed anche un sottile ma insidioso senso di inadeguatezza. Il "cosa avremo  da dirci ormai!". Ma l'organizzatrice è efficiente, è un segugio sguinzagliato che non avrà pace finché non avrà ritrovato tutti, dovesse ingaggiare un investigatore privato. A seguire, immediata creazione di gruppo su whatsapp, e smartphone che ben presto si ubriaca di notifiche e si trasforma in un potente vibratore. Dopodiché diventa tutto un "pucci pucci", un volemose bene indistinto, un fiorire di emoticons ad alto tasso glicemico. "Ma sarà vero ?, ti chiedi, oppure quando alla fine ci vedremo ci staremo tutti allegramente sul culo ? Mica si può sapere dopo 23 anni.
E così arrivi alla tanto attesa serata con lo stesso atteggiamento interiore di quando devi andare dal dentista a farti cavare un dente. Più di ogni altra cosa temi l'impatto visivo.
"Ehi grande!", "Come va?", "Nooo, guarda chi c'è ?!"," Non ci posso credere !!!", "Mitico !", "Ma non sei cambiato per niente?". E in mezzo a quel brusio di convenevoli si fa largo con prepotenza l'interrogativo: " Ma chi cazzo sò questi ? "
Oddio, in realtà alcuni non sono cambiati per niente, altri poco e poi c'è sempre uno che si è trasfigurato. Mister "x". C'è sempre un Mister "x", perché aggiunge interesse all'evento, ti trasforma la cena di classe, in cena con delitto. Personalmente poi ho un problema endemico ad associare i nomi a i volti. Mi capita sempre. Parlo per una decina di minuti con una compagna, ci addentriamo anche in particolari della nostra vita, ridiamo e scherziamo e alla fine mi rendo conto che non ho la più pallida idea di come si chiami. Non ce l'ho sulla punta della lingua, ce l'ho proprio sul fondo dell'epiglottide e non riemerge neanche a vomitare. Ti rassegni e dai una panoramica generale alla tua vecchia classe delle medie. A quel punto ti accorgi che a livello estetico ci si sono due minimi comun denominatori:
-la stempiatura dei maschi, che per alcuni è proprio una piazza da concertone del primo maggio
-l'appesantimento fisico che si palesa con, panzetta promiscua nei maschi e fianchi e glutei un pochino prepotenti, nelle femmine.
Poi ovviamente ci sono io. Uguale. Intonso. Solo molto più cretino, ma quello mica si vede.
Entriamo nel ristorante già belli carichi di spritz e ci sistemiamo in una grande tavolata ovale, ottimale per guardarsi bene tutti quanti negli occhi. Sulla tavola ci fanno trovare solo vino. L'acqua viene giù dal cielo attraverso una botola aperta sul soffitto. Perché un incontro dopo quasi 24 anni, vale certamente un bel temporale, no ? E così, mentre addenti un crostino e freghi l'ultima fetta di prosciutto al vicino, il rischio di cadere nella trappola mortale dei banali ricordi degli aneddoti scolastici è considerevole. Del genere: "Ti ricordi quella volta che tal dei tali colpì in testa con la riga pinco palla e si prese una nota ?" Fortuna che il buontempone della classe è presente ed è ancora in ottima forma. Tutti ne abbiamo avuto almeno uno in classe. Quello che appena l'insegnante si assentava organizzava la guerra dei gessi, oppure lanciava bombolette puzzolenti nei bagni delle femmine ! Costui ben presto prende l'iniziativa ed alzandosi in piedi comincia ad enunciare quesiti alla cazzo di cane, ai quali si risponde per alzata di mano. Tipo:
- Chi di voi  faceva le palline coi chewingum e poi li attaccava sotto il banco ?
- Chi di voi s'incazza con la moglie perché non spreme il dentifricio partendo dal basso ?
- Chi di voi s'incazza col marito perché scorreggia a letto e poi agita le coperte ?
- Chi di voi si scaccola al semaforo nell'attesa che arrivi il verde ?
- Chi di voi ha i vicini che quando scopano, si sente tutto ?


E così avanti, di amenità in amenità, fino ad arrivare al dolce senza neanche aver assaggiato una goccia d'acqua se non quella piovana che ormai vien giù a fontanelle , prima che il cameriere si decida a chiudere il pertugio. Lo spirito cameratesco ormai si è propagato ed insinuato anche negli animi dei compagni più riservati e timidoni. I vecchi amori si risvegliano. All'improvviso siamo di nuovo noi, quelli della terza "G". Ma la cosa più bella è che non ci accontentiamo di parlarci a distanza. Si condensa improvvisamente la voglia di guardarsi negli occhi uno ad uno. Di condividere, anche solo per alcuni minuti, un retroterra di accadimenti che ci hanno portato ad essere ciò che nel frattempo siamo diventati. E' così le persone si alzano, cambiano di posto, si rompono gli schemi e ti sembra quasi di essere coinvolto in uno speed date improvvisato.
L'aria umida ed ancora carica di elettricità ci accoglie all'esterno del locale. La comitiva è a dir poco alticcia. Questo spiega la presa in ostaggio di un poliziotto che viene designato come colui che ci deve fare la foto di rito davanti alla scalinata di Piazza Santa Croce. Ma la foto deve essere uguale a quella del 1990. Perché quella è un'ottima annata. L'ora è tarda e con l'alcool che lavora ai fianchi, riposizionare tutti nella collocazione originaria si rivela un impresa quasi impossibile. Dopo mezz'ora vedi che il poliziotto si guarda la cintola. Sta pensando di usare la pistola. Ce la facciamo appena in tempo. A questo punto il raziocinio consiglierebbe di terminare la serata. Ma no. Il peter pan della classe stabilisce che sono SOLO le 2.30 e che bisogna andare tutti al pub a farsi la birretta. Tutti annuiscono, nessuno ha il coraggio di dire che l'ultima volta che hanno fatto quell'ora, in TV c'era ancora "OK il prezzo è giusto". E allora vai di birretta con i ragazzini nel pub che ti guardano sbigottiti come fossi un marziano. Arrivano le 4 del mattino e le 4 del mattino sanno essere molto crudeli con un branco di smidollati in libera uscita.
T'infili nel letto che è quasi l'alba, con ancora il retrogusto amaro della birra che giace sul palato e con il sapore dolce nel cuore. Il sapore di un passato che per una sera è ritornato prepotente. E poi chissà. In fondo siamo sempre i ragazzi della terza "G".